Curiosità - Gli Haiku


Gli haiku costituiscono una delle più semplici e sincere forma di poesia giapponese, e nascono in Giappone nel XVII secolo. Agli haiku hanno fatto riferimento molti autori del Novecento; in Italia sono stati fonte di ispirazione per i poeti ermetici, tra cui Ungaretti e Quasimodo.

La loro struttura è molto semplice: si compongono di tre versi, a loro volta costituiti, in totale, da 17 more secondo lo schema 5-7-5 (per mora si intende, nella metrica classica, l’unità di misura della durata delle sillabe ed è differente da una sillaba, anche se spesso vengono a coincidere).
Sono dunque poesie molto brevi, quasi a sembrare aforismi, una manciata di parole in cui ciò che è fondamentale è il "non detto", il significato nascosto. In un haiku è sempre presente un kigo, ovvero un riferimento a una delle quattro stagioni dell'anno, che può essere esplicito (es. compare la parola autunno) o implicito, intuibile da chi legge grazie a dei riferimenti. Esistono poi due stili differenti: si può anticipare il tema della poesia nel primo verso per poi svilupparlo in quelli successivi o, in alternativa, si può scegliere di presentare due temi in contrasto o in armonia tra di loro.

Haiku scritto a mano accompagnato da un'illustrazione
Eccone alcuni esempi:
Mondo di sofferenza:
eppure i ciliegi

sono in fiore. 
 - Kobayashi Issa

Le nubi di tanto in tanto
ci danno riposo

mentre guardiamo la luna.







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Per approfondire:

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