STEP #24: Una sintesi


Mappa concettuale

La parola scrittura, che definisce l'atto e il prodotto dello scrivere, è un mezzo che permette la trasmissione durevole, attraverso simboli, di qualsiasi tipo di informazione. Il termine assume molteplici significati legati a diversi contesti, non limitatamente alla lingua italiana, ma anche nel resto del mondo.
Partendo dalla sua etimologia - dal latino scriptura, a sua volta proveniente dal verbo scrìbere, che in origine significava "segnare lettere con lo stilo su tavolette incerate" - è impossibile prescindere dalle sue origini e vederla come un atto rivoluzionario: non per niente è convenzione far coincidere l'inizio della storia proprio con la nascita della scrittura.
Di secolo in secolo, di popolo in popolo, è cambiato anche il modo di concepire un mezzo tanto potente: si passa dalla mitologia antica e dal pensiero platonico alla scienza galileiana, per cui "l'universo è un libro scritto a caratteri matematici"; dal filosofo-scrittore Leopardi, dal quale è vista come illusione di felicità, fino all'ermeneutica moderna, ossia l'interpretazione dei testi in relazione all'essenza dell'uomo.
Anche gli strumenti per la scrittura si sono evoluti assieme alla tecnologia e alle esigenze dell'uomo. Ai giorni nostri la crescita è esponenziale e resa ancor più evidente dagli spot pubblicitari, che in pochi decenni sono passati dal mostrare penne a sfera - invenzione di László Bíró - alle tavolette grafiche.
La scrittura chiaramente trova la sua massima espressione nella narrativa e nella poesia - non solo come mezzo ma anche come soggetto - e nelle varie discipline artistichepittura, scultura, e anche cinema - in questo percorso abbiamo anche scritto la sceneggiatura di una serie TV sul tema.
Interviene poi in numerose discipline trasversali, come nella musica o nell'ingegneria informatica, perché non è solo rappresentazione del parlato ma anche trasmissione dell'informazione.
Al giorno d'oggi dimostra tutta la sua utilità come mezzo di comunicazione, come è successo durante la pandemia, nel corso della quale è stato anche istituito il Dantedì, in memoria del sommo poeta.
Nonostante ciò esistono ancora tantissime problematiche legate ad essa: l'analfabetismo e analfabetismo funzionale, sempre in costante crescita; il suo utilizzo scorretto su internet, legato anche al dibattito sull'eticità della scrittura; le difficoltà di comunicazione, dovute all'esistenza di tante lingue e sistemi di scrittura diversi: si è tentata l'introduzione di lingue utopiche universali, che non hanno mai avuto il successo sperato.

Riassumendo, la scrittura è uno strumento fondamentale, che accompagna l'uomo sin dall'inizio della sua storia, e sicuramente, con i dovuti cambiamenti e se si riuscirà a sfruttarne al meglio le potenzialità, continuerà a farlo per molto tempo ancora.

Curiosità - La Valentine della Olivetti


Il progetto della Valentine, una delle macchine per scrivere più famose nel mondo, nasce nel 1969. Ettore Sottsass jr., designer attento ai cambiamenti sociali, da qualche tempo collaboratore dell’azienda Olivetti, immagina questa macchina interamente in plastica, materiale nuovo per l’epoca, e di colore rosso acceso, così da trasformare un oggetto per ufficio in uno strumento informale e accattivante. Malgrado l’insuccesso di vendite, come ricorda lo stesso Sottsass, la Valentine è diventata una icona del design mondiale.

Dalle Teche Rai, un estratto sull'origine della macchina da scrivere Valentine descritta dal suo ideatore Ettore Sottsass:

E' la biro delle macchine portatili
- Ettore Sottsass 

Qui il link all'intervista.

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 Per approfondire:
https://it.wikipedia.org/wiki/Olivetti_Valentine

Curiosità - La punteggiatura


La punteggiatura è un sistema di segni convenzionali impiegato nello scritto per segnalare le relazioni logiche e sintattiche tra le diverse parti della frase, le pause della lettura e rendere più chiaro il significato complessivo del testo.



Nelle antiche Grecia e Roma, era in uso la scriptio continua (cioè scrivere testi senza punteggiatura), che imponeva agli oratori di leggere il testo in anticipo, per poter quindi conoscerne il contenuto e riuscire a mettere enfasi nei punti più importanti.
Nel III secolo a.C. Aristofane, bibliotecario della Biblioteca di Alessandria, suggerì delle annotazioni da porre sui testi per determinarne il ritmo, introducendo delle pause nei testi: il punto, da inserire in tre posizioni diverse (nella parte superiore, media e inferiore di ogni riga: rispettivamente comma, colon e periodus) in base all'intonazione che si voleva dare alla lettura.
La codificazione di Aristofane, tuttavia, cadde in disuso, perché tendenzialmente i romani preferivano pronunciare i discorsi “dal vivo”, invece che leggere un testo davanti al pubblico.

Secoli dopo, gli scribi e i copisti cristiani portarono l’arte di scrivere ad un livello superiore: per cercare di salvaguardare il significato originale del testo copiato, era fondamentale usare la punteggiatura. Nel VI sec., Sant’Isidoro di Siviglia non soltanto riprese il sistema creato da Aristofane, ma lo ampliò introducendo anche dei segni aggiuntivi per indicare la durata della pausa.
Queste modifiche sono descritte nella prima parte della sua opera "Etymologiae", interamente dedicata alla grammatica.
Il punto inferiore era una pausa breve, il punto medio dava luogo a una pausa media e il punto superiore a una pausa più lunga. Il punto inferiore di Isidoro è diventato la nostra virgola, e il punto superiore equivale al nostro punto fermo.

In seguito la separazione spaziale delle parole fu uniformata dalla tradizione monastica dei copisti, poi comparvero le lettere minuscole quando Carlo Magno attuò l’unificazione dell’alfabeto con lo scopo di rafforzare la nascente formazione universitaria prodotta dall'apertura delle scuole monastiche.
Nel corso del tempo sono stati gradualmente aggiunti altri segni di interpunzione rivelatisi necessari.
È il caso del punto e virgola (punctus versus), preso in prestito dalle partiture del canto gregoriano; del punctus elevatus, corrispondente ai due punti odierni; e dal punctus interrogativos, antecedente del nostro segno di domanda.

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Fonti: