STEP #19 - Le lingue utopiche


Cos'è una lingua utopica? Si tratta di lingue inventate che si riferiscono, sulla scia dell'Utopia di Tommaso Moro, alle descrizioni di mondi ideali o fantastici. Sono lingue utopiche il "seleniano" ideato da Cyrano de Bergerac nel suo "Stati e Imperi della Luna", le lingue della Terra di Mezzo inventate da J.R.R. Tolkien ne Il Signore degli Anelli, la lingua degli alieni Klingon del ciclo fantascientifico di Star Trek. Se i mondi ideati presentano caratteristiche negative, essi vengono chiamati distopie: abbiamo qui la "neolingua" del romanzo 1984 di George Orwell.

Alfabeto Klingon

In generale viene definito lingua artificiale, o conlang, un
Bandiera conlang, che rappresenta la
Torre di Babele e alle spalle il Sole che sorge
linguaggio di cui la fonologia, la grammatica e il vocabolario, invece di essersi sviluppati naturalmente, sono consapevolmente messi a punto. Sono molteplici i motivi per i quali nascono, non solo per l'uso in opere di finzione. Alcune, le cosiddette lingue ausiliarie, sono costruite appositamente per facilitare comunicazione umana, con l'obbiettivo utopistico di essere utilizzate come lingue internazionali, al di sopra di ogni divisione etnica, politica e religiosa, garantendo comprensione, unione e pace tra i popoli.

Tra queste, la più nota è senza dubbio l'esperanto. A inventarlo fu un ragazzo polacco di quindici anni, Ludwig Lazarus Zamenhof (1859-1917). L’idea di una lingua artificiale parlata da tutti gli venne poiché l’ambiente in cui viveva era molto ricco linguisticamente: si parlava il russo, l’yiddish, il polacco e l’ebraico; si studiavano il francese e il tedesco, il greco e il latino. Coltivando con costanza la sua passione, Zamenhof arrivò a pubblicare la prima grammatica della sua lingua nel 1887. Firmò col nome Doktoro Esperanto («Dottore speranzoso») e da allora la sua invenzione circolò col nome di esperanto.

Verda Stelo - Bandiera dell'esperanto
L’esperanto ha una pronuncia molto semplice, una grammatica chiara e un vocabolario limitato a circa 8.000 parole che si possono combinare tra loro, risultando relativamente facile da apprendere e da usare. Ebbe subito un certo successo e ancora oggi è diffusa in varie nazioni, conta circa due milioni di appassionati e praticanti ed è stata addirittura promossa come materia di studio universitario.
Tra le altre lingue artificiali, ricordiamo l'interlingua, nata attorno al 1951 per opera della International Auxiliary Language Association (IALA) e da molti definita la lingua ausiliaria più comprensibile al mondo, benché sia meno parlata rispetto all'esperanto, e l'ido, sviluppata dalla Delegazione per l'adozione di una lingua ausiliaria internazionale come tentativo di creare una versione più semplice dell'esperanto.
Un altro esempio è il Latino sine flexione, una lingua artificiale inventata nel 1903 dal matematico italiano Giuseppe Peano. Si tratta di una versione semplificata del latino classico, in cui tutte le difficoltà delle declinazioni sono state soppresse. Questo progetto attirò molto l'attenzione, soprattutto grazie alla reputazione dell'autore, ma non conobbe mai un grande successo, e fu molto criticato. Nonostante ciò, Peano pubblicò numerosi testi in questa lingua e la utilizzò per tenere le sue lezioni.

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Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_esperanto
http://www.treccani.it/enciclopedia/lingue-artificiali_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/
https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_artificiale

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