STEP #18 - L'ermeneutica


L'arte dell'interpretazione, o meglio l'arte di comprendere i testi: così si definisce l'ermeneutica.
Si tratta di una disciplina che nasce autonomamente in ambito religioso, con lo scopo di spiegare e analizzare i testi sacri, ma in seguito diviene oggetto dell'attenzione filosofica e parte di un'indagine più profonda sull'essenza dell'uomo, inserito in una tradizione fatta di parole, monumenti, testi e documenti: insomma, di linguaggio.
In particolare, la tradizione che va dal filosofo Martin Heidegger (1889-1976) al suo allievo Hans-Georg Gadamer (1900-2002) considera l'uomo un essere storico e linguistico, che si trova cioè sempre inserito nel tempo e nel linguaggio, e che non si può considerare l'uno e prescindere dall'altro se si vuole raggiungere un'autentica comprensione.

Hans-Georg Gadamer
Gadamer, considerato il principale rappresentante dell'ermeneutica filosofica, sostiene che, confronto con la tradizione che è caratterizzato sia da estraneità - dovuta alla differenza di epoche e sensibilità tra il lettore e l'autore - che da familiarità, a causa della tradizione storica e linguistica che caratterizza l'uomo e colma la distanza temporale. Tale tradizione coincide con la "storia degli effetti", cioè l'insieme di tutte le interpretazioni che sono state date al testo.
Egli ritiene che la comprensione abbia una struttura circolare - "circolo ermeneutico" - per cui ogni significato particolare viene capito alla luce di un'orizzonte conoscitivo e linguistico più ampio, che ne rimane a sua volta plasmato e modificato, in un processo interpretativo inesauribile.
Dunque il linguaggio viene posto in primo piano, tanto da identificarsi con l'essere: «l'essere, che può venir compreso, è il linguaggio». Le cose, infatti, sono conosciute sullo sfondo di un orizzonte linguistico pre-compreso, pertanto l'interpretazione è il luogo dell'accadere dell'essere.

Paul Ricoeur
Tra gli altri rappresentati dell'ermeneutica, Paul Ricœur (1913-2005) muove dalla critica di Gadamer e arriva ad affermare che il testo scritto è autonomo rispetto al suo autore, in quanto apre un mondo di senso che è oggetto di molteplici interpretazioni da parte del lettore: quest'ultimo deve spiegare il testo attraverso i metodi delle scienze del linguaggio, le competenze tecniche di lettura e di analisi linguistica, ma lo comprende solo in relazione alle proprie esperienze vissute. La lettura del testo scritto è dunque un modello di conoscenza ermeneutica: l'uomo è un essere dialogico che si conosce attraverso il rapporto con gli altri e la verità non è unica e assoluta, ma un compito infinito a cui ciascuno contribuisce.

Jacques Derrida
Un altro importante contributo all'ermeneutica filosofica è dato da Jacques Derrida. Egli parte dalla critica del pensiero filosofico occidentale e in particolare della metafisica, basata sulla presenza e sulla soggettività, alla quale contrappone la scrittura, più aperta e flessibile a causa della differenza spaziale - il testo è scritto prima di essere letto e l'autore non lo può difendere con la sua presenza - e temporale: la scrittura è caratterizzata dal "rinvio" (tra segni, ad altri testi, ad altri contesti) e produce un continuo slittamento di significato che non si dà mai in modo definitivo. La scrittura ammette quindi la pluralità delle interpretazioni e dei punti di vista. A causa di tale pluralità, egli elabora un metodo di decostruzione del linguaggio e del testo scritto, negandone la pretesa di verità attraverso la dissoluzione del suo impianto narrativo e dimostrativo.

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Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Ermeneutica
Domenico Massaro, La Comunicazione Filosofica, Paravia

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