STEP #20 - La poetica leopardiana


L'opera poetica di Giacomo Leopardi si fonda su un sistema di idee continuamente meditate e sviluppate, il cui processo di formazione si può seguire attraverso le migliaia di pagine dello Zibaldone
Al centro della meditazione leopardiana si pone l'infelicità dell'uomo, la cui causa viene individuata nel desiderio del piacere - non un piacere materiale e particolare, ma un piacere infinito, per estensione e per durata - che risulta impossibile da soddisfare. 
Nella prima fase del pensiero del poeta la natura è concepita come madre benigna, che ha voluto offrire un rimedio all'uomo: l'immaginazione e le illusioni, che appagano il suo bisogno di infinito.

Copertina della prima edizione (vol. VI, 1900)
Leopardi elabora dunque la teoria del piacere, secondo cui a stimolare l'immaginazione nel costruire una "realtà parallela" è tutto ciò che è "vago e indefinito".
E a questo punto la teoria filosofica si aggancia alla poesia, che è in grado di rappresentare le immagini e le illusioni:
❝ E tutte queste immagini in poesia sono sempre bellissime, e tanto più quanto negligentemente son messe. 
[...] Quello che ho detto altrove degli effetti della luce, del suono, e d'altre sensazioni circa l'idea dell'infinito, si deve intendere non solo di tali sensazioni nel naturale, ma nelle loro imitazioni ancora, fatte dalla pittura, dalla musica, dalla poesia.
[...] La sola vastità desta nell'anima un senso di piacere, da qualunque sensazione fisica o morale, ella provenga [...]. Tutto ciò può applicarsi alle sensazioni prodotte dalla poesia, o dagli scrittori. ❞
Zibaldone


Il bello poetico, per Leopardi, consiste dunque nel vago e indefinito, e in più queste immagini sono suggestive perché evocano sensazioni che ci hanno affascinati da fanciulli. La rimembranza diviene pertanto essenziale al sentimento poetico: la poesia non è che il recupero della visione immaginosa dalla fanciullezza attraverso la memoria.

Inoltre, Leopardi osserva che i maestri della poesia vaga e indefinita erano gli antichi, che essendo più vicini alla natura erano immaginosi come fanciulli. I moderni, invece, hanno perduto questa capacità a causa della ragione, che li ha allontanati dalla natura: a loro la cosiddetta poesia di immaginazione è ormai preclusa, e non resta che una poesia sentimentale, che nasce dalla consapevolezza dell'infelicità.
Leopardi stesso, nella sua produzione, segue la poetica del vago e indefinito: pur conscio di appartenere all'età moderna, non si rassegna a rinunciare alle illusioni - almeno fino al 1830, quando subentrerà una nuova poetica, più ironica, rassegnata e distaccata.

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Per leggere lo Zibaldone:
http://www.leopardi.it/zibaldone.php

Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Zibaldone
Letteratura, Dal Barocco al Romanticismo, Paravia
Enciclopedia Generale, De Agostini

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