Curiosità - Gli strumenti per scrivere


Dalla pietra al tablet
🙶 C’era il tempo in cui amanuensi d’infinita pazienza si armavano di pergamena, penna d’oca e

Dalla biro si passò alla macchina da scrivere, strumento meccanico dapprima pesantissimo, poi più leggero. E lo scrivere si fece più veloce, anche se rumoroso. Il tic tic dei tasti che colpivano la carta attorno al rullo accompagnava lo scrittore di gialli, il giornalista, la dattilografa. Il secco schianto del rullo, poi, che veniva riportato alla sua posizione originaria, imponeva una pausa nell’azione, quasi a scandire i tempi della creazione.

Il progresso tecnologico portò alla realizzazione di calcolatori elettronici, meglio conosciuti come personal computer. E pian piano la macchina da scrivere andò in pensione. Il ticchettio dei tasti fu sostituito da un suono simile, più ovattato, col rumore della ventola di raffreddamento come sottofondo. Le pause sono ora scandite dal salvataggio del documento. Il foglio di carta ha mantenuto soltanto il suo colore, il bianco, ma adesso è un foglio elettronico, non sgualcisce, non si deteriora. Gli errori possono essere cancellati senza che nel foglio ne resti traccia, senza il rischio di bucarlo come un tempo con la gomma. 🙷
inchiostro e, curvi sullo scrittoio, creavano vere e proprie opere d’arte. Poi fu inventata la biro, la pergamena fu sostituita da carta sbiancata e più leggera e scrivere, almeno come azione, divenne più facile.

(Estratto da Pennablu: gli strumenti per scrivere)

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